24 novembre 2010

Giovanni Chiarini

Questo apostolo di civiltà e martire della scienza che nel 5 ottobre 1879, morì a Gheza (Africa equatoriale) per il più sublime precetto politico - sociale "la redenzione dei popoli" nacque a Chieti il 23 giugno 1849 da Emidio e Maria del Santo, industriosi ed agiati negozianti. Fin dall'infanzia mostrò una forte inclinazione agli studi delle scienze naturali, ma quello che più si rimarcava in lui era un talento speciale per apprendere le lingue straniere. Di buon'ora, fin dai banchi del Ginnasio, si faceva distinguere per la conoscenza dell'idioma Francese e nei due anni di Liceo, era uno degli alunni più distinti per i progressi fatti nel Latino e nel Greco. Apprese anche il Tedesco e l'Inglese, ed al suo spirito ardente e vago di cose ardite, aprì in Napoli presso i laboratori ed i gabinetti dei dotti Professori di scienze naturali che l'ebbero carissimo. L'agitava la febbre del sapere, scrisse l'egregio Avvocato Francesco d'Orazio che è il più nobile distintivo dell'uomo, e mentre arricchiva la mente di nuove cognizioni, più vasti orizzonti gli si aprivano dinnanzi ed egli era irrequieto, perchè tutto avrebbe voluto conoscere, e tutto a perfezione. Questo desiderio di acquistare nuove cognizioni non era mai pago in lui, e quando non attendeva ai Gabinetti ed agli studi camerali faceva lunghe esplorazioni sui monti, smanioso di ricostruire al mondo antico coi frantumi che ne rimangono... Stamattina son passato alla Villa Comunale a vedere come "stava". E' ormai libero da quella bruttissima pedana in cemento scuro, antiestetica. Il politico che aveva impegnato la sua elezione anche alla restituzione della statua al suo antico splendore, si è dimenticato di far rimuovere quella "bruttissima" parabola satellitare che fa bella mostra di se sul lato destro, di chi guarda, del basamento di marmo. Ma davanti a questo gestore della Casina dei Tigli, vi calate le braghe tutti e mostrate le vostre chiappe chiare? Chi gli da il permesso di parcheggiare il suo "macchinone - Mercedes nero" scuro in piena curva alla Villa comunale senza pagare un euro ? Non me la prendo con lui, che fa soltanto i cazzi suoi, ma me la prendo con i vigili che non lo multano in continuazione o gli facciano rimuovere il mezzo col carro attrezzi ogni volta che lui lo piazza lì. E' proprio vero che a Chieti, l'amministrazione comunale come del resto dalle altre parti, fa il duro con i deboli e si cala le braghe davanti ai forti.

1 commento:

  1. A Chieti purtroppo è difficilissimo far rispettare le regole, sopratutto quando si tratta del codice della strada.In Piazza della Trinità il parcheggio è addirittura "selvaggio", basti pensare che parcheggiano anche sulle strisce pedonali, con la vigilessa lì a due passi, al centro della piazza che invece di imbracciare il taccuino conversa placiadamente. Una vergogna secondo alcuni (nessuna multa anche in caso di flagranza), una fortuna secondo altri che asseriscono che le multe le fanno e tante pure... Ma dove, quando ? Stamattina un paio di bigliettini erano stati mesi lungo il corso Marrucino su due macchine che posteggiate sulle strisce blu avevano dimenticato di mettere il biglietto a pagamento.

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