27 agosto 2012

Chieti - Fascisti del Web



Ultimamente a Bersani deve essere saltata la mosca al naso e perdendo la sua proverbiale pazienza ha urlato, contro Grillo e i suoi tanti sostenitori, la frase: «Fascisti del web». Con questa espressione che dovrebbe fondere antico e moderno, Pierluigi ha aperto la festa democratica e i militanti, improvvisamente, si ritrovano a fare i conti con un epiteto desueto, ma pur sempre di grandissimo impatto, per il popolo della sinistra. Come detto un attacco diretto a Beppe Grillo e a quegli estremisti della rete che dileggiano senza pietà in toto, il mondo della politica. Un'accusa che investe anche Di Pietro, che aveva messo online un video nel quale Bersani, insieme a Monti e Alfano, appariva come uno zombie assetato di sangue, che ben definisce la profondità della rottura in atto tra il PD e l'IDV. Tutto questo rientrerebbe nell'ordine di idee della battaglia politica in corso in vista delle prpossime elezioni, ma è la parola «fascista» che segna il salto di qualità delle accuse, il termometro che indica come per il gruppo dirigente del PD la misura sia colma ed è tempo di reagire al vento dell'antipolitica. «Vedo frasi come "Siete cadaveri, siete zombi, vi seppelliremo", sono considerazioni fasciste ma noi non ci impressioniamo. Vengano via dalla rete e vengano qui a dircele», aveva detto Bersani quasi invitando il suo avversario a mostrare il proprio coraggio presentandosi a Reggio Emilia. Sei «un fallito», gli replica invece Grillo con la consueta durezza dimostrando di aver accusato il colpo. Ma probabilmente non sarà l'insulto a pungere il popolo democratico quanto l'ironia con la quale il leader di M5S ha costruito il suo blog odierno: «FASSISTA!», titola infatti il lungo attacco a Bersani del comico che gioca maliziosamente sulla pronuncia emiliana del segretario del PD. Un'ironia che vorrebbe dimostrare come sia il mezzo stesso, il web, ad essere dissacrante e quanto invece siano di altro spessore i comportamenti nella vita reale: «Chi è il fassissta, caro Bersani? Ma si rassicuri, lei non è un fascista. È solo un FALLITO. Lo è lei insieme a tutti i politici incompetenti e talvolta ladri che hanno fatto carne da porco dell'Italia e che ora pretendono di darci anche lezioni di democrazia. Per rimanere a galla farete qualunque cosa. A Reggio Emilia si celebra Pio La Torre mentre si tratta con l'Udc di Cuffaro. Amen». Parole alle quali Bersani non ha replicato. Il PD però va al contrattacco con il responsabile cultura Orfini: Grillo «non risponde agli interrogativi che l'opinione pubblica gli pone, come ad esempio quello su chi finanzia il suo movimento, o sulla sua inesistente democrazia interna». Intanto la campagna politica va avanti e a quanto vedo, nulla è cambiato. C'è solo d'aspettare che entri in pista il leader del PDL (il vecchio Berlusca) e solo allora avremo il quadro completo della situazione.

nonnoenio

18 agosto 2012

Neanche il governo tecnico riesce a tagllare gli sprechi


In questi giorni di intensa calura, dove i vari caldi, pittorescamente nomati, in attesa di Lucifero, si accalcano, arroventando le nostre giornate, si sente dire da Monti, in vacanza al fresco delle preaslpi svizzere che siamo in guerra, si, una guerra ingaggiata dal suo governo contro gli evasori fiscali e che l'Italia rischia ancora una volta, miseramente, di perdere. Consentitemi, su questo governo e sul fatto che il debito pubblico, quel mostro mangia soldi, invece di diminuire continua inesorabilmente a crescere, di esprimere la mia opinione e porre degli interrogativi sulla mala distribuzione delle ricchezze in Italia. A questo proposito, secondo me, le soluzioni del Governo Monti risultano ingiuste e fallimentari. Non si può tollerare di uccidere di tasse i cittadini poveri e non poter vedere l'eliminazione dei privilegi e degli sprechi. A questo Governo tecnico, subordinato ad un Parlamento ideologicamente eterogeneo non è consentito di decidere liberamente come poter trovare i finanziamenti necessari per superare la crisi economica in atto, può solo imporre pagamenti ai poveri impotenti e non a chi ha sciupato le poche risorse esistenti. Perché viene tenuto in vita un patrimonio statale nonostante sia permanentemente in passività? Perché non si fanno le leggi costituzionali per rendere lo Stato più leggero da un punto di vista economico e funzionale? Perché non si possono imporre, in generale, i pareggi di bilancio salvo casi estremi di breve dilazione? Perché si mantiene in essere un Parlamento numericamente pesante, ingessato, ripetitivo e arcaico? Perché si erogano tanti quattrini ai partiti a un punto tale da non accorgersi neppure se vengono sottratti illecitamente milioni di euro? Se i rimborsi corrispondessero alle spese subite, si eviterebbero gli scandali dei cospicui investimenti, anche all'estero, da parte dei partiti succhia-soldi.. Tutto questo avviene a danno del cittadini che non vengono neppur  messi nelle condizioni di arrivare alla fine del mese. Si lamentano ruberie e corruzioni, ma questi reati non sono facilitati soprattutto dalla circolazione di troppo denaro illecitamente o facilmente posseduto? Credo sia spregevole sottrarre somme di denaro ai ceti medio bassi, super tassati, per mantenere in vita i privilegiati, i parassiti e gli spreconi. Chi riuscirà a migliorare questa deprecabile situazione? Questo governo tecnico, avrebbe dovuto eseguire gli obblighi derivanti dalla crisi internazionale e suggeriti dall'Europa, ma non dando credibilità economica attraverso l'aumento delle gabelle a  carico dei cittadini già ultra tassati, ma eliminando gli sprechi e facendo pagare chi ha potuto scialacquare. In altre parole non si vuole far scendere le ricchezze, dall'alto verso il basso ripristinando un minimo di "giustizia" fiscale.

nonnoenio

05 agosto 2012

Chieti - Dopo Monti ce la faremo?


A guardare i telegiornali, oggi, sembra che nulla sia successo in questo 2012 e appena la morsa della crisi economica e finanziaria è parsa allentarsi un pò, in Italia sono ricominciate le scaramucce dei partiti, quasi che la «ricetta Monti» sia stata una piccola parentesi per tornare poi a fare tutte le porcate fatte fino ad adesso e con la stessa intensità di prima. Una specie di purga che abbiamo dovuto assumere controvoglia, per poterci ributtare a capofitto nella festa e sollazzarci a più non posso candidando e facendo eleggere magari gli amici degli amici o gente incapace di governare. Subito si è rivisto sulla scena Berlusconi, mandato via da Palazzo Chigi tra i fischi e le pernacchie di tutto il mondo, responsabile del malgoverno di 15 degli ultimi 20 anni, che hanno portato al dissesto attuale e all'incremento del gigantesco debito pubblico senza che abbia tentato mai di fare qualcosa per ridurlo. A sinistra s'è ripresentato Nichi Vendola,l'uomo con l'orecchino, dichiaratamente gay, che un minuto dopo l'accordo con Bersani l'ha subito negato, annacquandolo e ridestando gli angosciosi spettri del secondo governo Prodi e delle suicide divisioni quotidiane dell'Unione. Per non parlare poi di Alfano, Casini o la Bindi intenti a cincischiarsi sulla legge elettorale, badando solo al possibile tornaconto personale più che a coniugare nella riforma rappresentanza e governo del Paese. Senza guardare alle opposizioni antisistema, dalla Lega a Grillo e a Di Pietro, tifare ogni giorno il tanto peggio tanto meglio, sperando così di speculare qualche manciata di voti sullo sfascio dell'Italia e dell'Europa intera, fottendosene dei nostri risparmi. Purtroppo le altalene dello spread e della borsa sono lì a testimoniare che la speculazione internazionale non è finita affatto e non molla la presa, e punta ancora pesantemente le sue carte sul crollo dell'euro per spartirsene le spoglie, specie quelle dei paesi mediterranei come Spagna e Italia. Di tutto c'è bisogno tranne che abbassare la guardia, o deragliare dalla via tracciata in questi mesi. Per rimettere in carreggiata il paese, però, non basta un governo Monti, un premier autorevole e stimato nel mondo, alcuni mesi di serietà svolgendo i compiti a casa, per poi tornare a «pizza e mandolino», al fanfaronismo cialtronesco di una classe politica (in gran parte responsabile del disastro attuale), alle demagogie populiste di chi attizza lo scontento sociale per pescare meglio nel torbido e nel qualunquismo e ottenerne poi voti in sede elettorale. Occorrerebbe una classe politica seria, credibile, autorevole, che non dispensa sogni o illusioni, ma prepara responsabilmente il Paese alle scelte che andranno fatte nei mesi prossimi e negli anni futuri. Una classe politica profondamente europeista, che s'impegna con decisione a completare il progetto di De Gasperi, Schuman e Adenauer, unico che può evitare la deflagrazione economica e sociale del continente, e il ritorno dei venti di odio e di divisione che per secoli hanno insanguinato l'Europa. Occorre una classe politica che s'impegni, fin da ora, a portare avanti con convinzione e determinazione l'«agenda Monti», fatta di fermezza nel gestire la crisi e far tornare a crescere l'economia, di riforme che ridiano efficienza, competitività e prestigio al Paese e alle istituzioni, di protagonismo europeo per vincere le potenti resistenze nazionaliste e realizzare l'unità e l'integrazione politica, le sole che possono darci futuro. Alle prossime elezioni del 2013 ce l'avremo questa classe politica seria o si ritornerà a fare le cose come prima, fregandosene di tutto e di tutti?







nonnoenio


03 agosto 2012

Chieti - Dare a Cesare quel che è di Cesare



Cartoniadi, è un campionato della raccolta differenziata di carta e cartone organizzata in diverse regioni e città italiane. Questa competizione si realizza in collaborazione con Comieco: Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica. Questa proposta inizia nel 2006 e ha coinvolto milioni di italiani.
Quest’anno hanno gareggiato più di 250 mila cittadini. Il successo della raccolta differenziata dipende sì da un servizio ben organizzato, ma anche e soprattutto dall’impegno profuso personalmente da ogni cittadino nella salvaguardia e nell’interesse dell’ambiente e del proprio territorio. In Abruzzo la competizione della durata di un mese è iniziata il 1 giugno . Chieti si è aggiudicato il titolo in Abruzzo ed ha vinto il primo premio di 25 mila euro. Il monte premi complessivo di 50.500 €, diviso con le altre province abruzzesi, verrà utilizzato per l’attivazione di progetti di educazione ambientale nelle scuole, l’acquisto di attrezzature ludiche e di arredi urbani ecocompatibili, di cestini tripartiti per la raccolta differenziata stradale e di contenitori per la raccolta del cartone da destinare alle utenze commerciali. L’assessore all’ambiente e il sindaco di Chieti hanno rilasciato interviste per questa vittoria. Però, alla riuscita dell’iniziativa, molto ha contribuito la COOPERATIVA SOCIALE RECOOPERA : Smaltimento, recupero, trattamento, trasporto rifiuti. Ho conosciuto questa cooperativa perché insieme ad alcuni soci di una nuova associazione culturale a Chieti, dovevamo liberare la stanza che il comune ci ha concesso, da: carta - cartone - libri. Ho avuto difficoltà il primo giorno ad aprire la porta, poi con l’impegno di questa cooperativa, abbiamo raccolto 1500 kg di carta. Avevo fatto una battuta alla presidente di questa cooperativa, che avremmo vinto noi le cartoniadi, buona intuizione… Recoopera è una cooperativa sociale di tipo B, nata nel gennaio 2004 grazie al progetto "Equal Linea" che ha permesso di cogliere le opportunità offerte dalla legge 55/98 per le "Politiche Regionali di Sostegno all’Occupazione", utilizzando l’articolo 13: Sostegno all’assunzione di soggetti in condizioni di disagio sociale. I soci di questa cooperativa sono persone con difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro a cui è stata offerta una opportunità di inserimento o reinserimento lavorativo attraverso la creazione di nuova impresa. L’idea imprenditoriale cercata e condivisa dai soci è quella di gestire un’impresa che operi con successo nel settore del recupero e del riciclaggio… Anch’io mi sono “rimboccato le maniche”… ho collaborato con questa squadra nel recupero della carta e mi sono trovato contento nel conoscere ed apprezzare queste persone.



  Scritto da: Luciano Pellegrini