06 maggio 2013

Chieti - Cucullo, San Domenico e la festa dei Serpari


"Si arriva a Cocullo il primo giovedì di Maggio - scriveva nel 1987 Giorgio Manganelli in un servizio per "Il Messaggero" - E' il giorno dei serpari, la processione di San Domenico con un collare di serpenti. Fa freddo, un freddo sgarbato, acre, a tratti nevischia. Un freddo abruzzese, in una terra che pare specializzata nella produzione del freddo...". Il "viaggio" era dedicato proprio al "rito" antichissimo, che si vuole tragga origine dalla Dea Angizia, dal latino angius, serpente. Già, la divinità preromana che per forza doveva "albergare" in un posto come questo: habitat ideale per serpenti d'ogni genere, dai docili colubri alle temibili vipere, ai micidiali aspidi. E chi meglio di una maga, maestra nell'segnamento dell'uso dei veleni e degli antidoti, i controveleni! doveva diventare divinità? Una dea che spandeva la sua influenza fino alle sponde dell'antico Lago del Fucino per dilagare nella sassosa Valle del Sagittario.L'avvento del cristianesimo dette a San Domenico, l'eremita che albergava in una grotta nei pressi della sorgente ai piedi dell'odierna Villalago. E San Domenico ha svolto bene il "compito" assegnato, tanto che ancor oggi c'è un detto che, per sottolineare la paura di una persona per un qualsiasi, possibile accadimento, recita: "hai chiamato San Domenico prima di vedere la serpe!".I Serpari, la maiuscola spetta loro di diritto, per secoli hanno costituito una casta, gente diversa, coraggiosa, forte, ritenuta "immune" al veleno dei serpenti. Niente di tutto ciò. I Serpari erano e restano i Grandi Sacerdoti di questo rito. Rispettosi dei serpenti, che sanno come trattare e che, alla fine della funzione, liberano sulla montagna in attesa della cattura dell'anno che verrà. Un augurio per se stessi e per i rettili. Sono ancora tantissimi coloro che, affetti da mal di denti o di schiena fanno la fila per tirare, stretta tra i denti, la cordicella della campanella di San Domenico, oppure per raschiare un poco di calcina dal muro della chiesa o dalle pareti della grotta, per portarsi un balsamo miracoloso per dolori ai denti o alla schiena. Farà effetto? Chissà.

1 commento:

  1. so che a questa festa partecipano moltissime persone incuranti dei serpentelli vivi che circolano in quel giorno e alcuni addirittura intorno alla statua del santo, per fotografare per dire : "io c'ero".. So che anni addietro il parroco è stato cacciato a furor di popolo perchè non "apprezzava" la "festa".... è un pò tra sacro e profano e ... finch'è la barva và diceva Orietta... lassala annà!

    RispondiElimina