29 settembre 2014

Chieti - Sindacati,Pd,Governo e lo sciopero nazionale

I sindacati, il Pd, il Governo e gli scioperi. In generale il sindacato dovrebbe fare il sindacato, cioè rappresentare i propri iscritti nella contrattazione e nella difesa dei diritti del lavoro, e non fare politica. Purtroppo per anni il sindacato, a cominciare dalla Cgil, ha abusato del suo ruolo per assumersi arbitrariamente una dimensione politica che non gli spetta, cioè quella di controparte dei governi e di lobby di pressione sul parlamento. Così in più di una occasione non sono state le Camere elette dal popolo a sfiduciare i governi, ma i sindacati con uno sciopero generale, riducendo il parlamento a cinghia di trasmissione dei sindacati. In questi giorni, in cui è stato proclamato l'ennesimo sciopero politico nazionale, per bocciare il governo Renzi e il suo Job Act. Azione che dovrebbe compiere il parlamento, eventualmente, non il sindacato. Proclamare uno sciopero nazionale, come fa la Camusso, per invocare la crescita del Paese, poi, è una contraddizione di termini. La crescita ci può essere non astenendosi dal lavoro ma, eventualmente, lavorando di più. E non si capisce perché le imprese, già in difficoltà, dovrebbero venire aiutate a creare lavoro proclamando lo sciopero. Un governo che certamente poteva fare meglio, di più e con più risorse a favore del taglio del costo del lavoro e della ripresa occupazionale.Uno sciopero, quindi, quello proclamato da sindacati, sostanzialmente inutile. O forse peggio, dannoso, per i lavoratori, per le imprese e per la crescita. Intanto il premier, appena ritornato dagli USA contrattacca, lui ha chiari in mente i suoi prossimi obiettivi, a partire dalla riforma dello Statuto dei lavoratori. "È stato pensato 44 anni fa", ricorda. Abbastanza perché sia ora di metterci mano e di eliminare l'articolo 18 che "in fin dei conti non difende quasi nessuno". Renzi intanto prende di petto l'art.18 e dichiara di non voler cedere ai poteri forti...  Ma di quali poteri forti parla, non sono questi i poteri forti, questi contro cui stà legiferando, sono solo dei poveracci che cercano di sbattersi ogni giorno per poter lavorare in un' Italia in cui il lavoro è diventato un'avventura. Mi piacerebbe invece che affrontasse con lo stesso zelo altri problemi che ci affliggono da anni:  i costi della PA, la questione delle tasse, la questione giustizia, la questione scuola, la questione comuni/province/regioni, … Non ultimo le questioni lasciate aperte dal professor  Monti su liberalizzazioni, quali taxi, farmacie e notai, così, tanto per far vedere che lui ha più palle dei governabti che l'hanno preceduto.

nonnoenio

24 settembre 2014

Chieti - Antenna travestita


In Abruzzo, cento ne pensano e altrettanto ne fanno. Ultimamente si è assistito ad un tentativo un pò bizzarro di mimetizzare la tecnologia con la natura che non piace affatto alla gente del luogo che ha intrapreso contro la Wind, la solita partita italiota di ping pong giudiziario, fra Tribunale amministrativo e Consiglio di stato. Sembra un albero di Natale, ma gli esperti assicurano che non si tratta di abete ma di cipresso. Mancano le palline e i festoni, è vero, ma da qui a dicembre c’è ancora tempo per completare l’opera. Intanto c’è la sorpresa: i rami, infatti, nascondono (si fa per dire) un’antennona per telefonini cellulari. Il mammozzo, un traliccio alto una trentina di metri, è stato piantato fra l’abbazia di San Giovanni in Venere e Fossacesia marina. Per il momento pare abbia la meglio il gestore di telefonini, ma non è detta l'ultima parola. È piuttosto maldestra l’idea di travestire da albero un traliccio di metallo, ma se dovesse passare, non si esclude che a qualcuno possa saltare in testa di mimetizzare con falsi balenotteri di plastica le trivelle petrolifere davanti ad Ortona nell'Adriatico e magari trasformare dette piattaforme, in isolotti per andarci a prendere il sole d'estate....

nonnoenio

20 settembre 2014

Chieti - Il teatrino di Renzi e i sindacati


Con la riforma del lavoro il Governo pensa a quelli a cui non ha pensato nessuno in questi anni, che vivono di co.co.pro. e co.co.co e che sono condannati a un precariato a cui il sindacato ha contribuito, tollerandolo, preoccupandosi solo dei diritti di qualcuno e non di tutti. Matteo Renzi ha sparato a zero sui sindacati italiani. Non l'avesse mai fatto. La prima bordata di giornata al premier, gli viene assestata dal segretario della Cgil Susanna Camusso: «Mi sembra che il presidente del consiglio abbia un po' troppo in mente il modello della Thatcher». Poi seguono gli attacchi interni, quelli del suo partito, il PD, sul tema del lavoro. Spiccano i discorsi dell'ex "smacchiatore di giaguari" che ha un'idea più vicina a quella dei sindacati. Renzi ha risposto per le rime: "Hanno difeso solo le battaglie ideologiche e non i problemi della gente». Assistono al teatrino, italiani sempre più confusi e preoccupati e intanto si rincomincia a parlare di ritoccare ancora le pensioni....

19 settembre 2014

Chieti - Renzi, via il Diciotto



Col “rigore” merkeliano

Soffre il popolo italiano,

Così Renzi, governante,

Rimediar vuole all’istante

Ed annuncia un grande botto:

“Via l’articolo Diciotto”

E così le amate imprese

Avran certo meno spese,

Non importa se avran guai

“I già poveri operai!”

Ma dimentica una cosa,

Con quell’aria sua boriosa:

Quell’articolo in vigore

Ha già perso ogni valore

Se milion di licenziati

In questi anni ci son stati.

Licenziare: chi l’ha detto

Che è il rimedio più perfetto?

Quanti son dai magistrati

Gli operai reintegrati?

Senatori e deputati

Non son mai licenziati

E con alti emolumenti

Se ne stan lieti e contenti

E con loro i dipendenti

Con stipendi sorprendenti,

Mentre chi ci ha la pensione

Se la spassa da… barbone.

Ricordiamo a tutti quanti:

Mille giorni sono tanti,

Fatti i conti, sono tre anni

Pien di crisi e pien d’affanni,

Ma da quando fu annunciato

Già un bel mese se n’è andato!

E si parla di riforme

Quale impegno grande, enorme,

Che l’Italia attende ancora,

Mentre va di più in malora,

Col Paese oramai corrotto

Dall’articolo… Diciotto!



(Mario D’Alessandro)

Settembre 2014

Mandato da Luciano Pellegrini

17 settembre 2014

Chieti - Auguri Mafalda

Mafalda, la protagonista dell'omonima striscia a fumetti scritta e disegnata dall'argentino Joaquín Lavado, in arte Quino, compie 50 anni: pubblicata dal 1964 al 1973, tradotta in oltre 30 lingue, negli anni ha raggiunto un successo mondiale...  "Se Mafalda è ancora così attuale, se i problemi a lei tanto cari continuano a parlare alle persone di ogni età, significa che il mondo è sempre lo stesso. Anzi, se qualcosa è cambiato, è in peggio. La guerra continua ad essere sempre da qualche parte. C’è sempre una crisi economica nel nostro Paese, qualunque esso sia. E tutti vogliamo sempre risposte sincere dai nostri genitori, o da chi pensiamo possa farne le veci: lo Stato, la società o la scuola. Continuando a ottenere delle bugie, più o meno benintenzionate. Solo che non ci sono più padri che hanno le risposte. Insomma, il mondo è sempre più malato e la minestra piace sempre meno ai bambini". Buon compleanno Mafalda....

15 settembre 2014

Chieti - Addio Don Claudio


Cattedrale di San Giustino stracolma per l'ultimo saluto a monsignor Claudio Di Liberato, ex parroco della Madonna degli Angeli. In tantissimi si sono dati appuntamento ieri pomeriggio a San Giustino, nella sua chiesa non ci srebbero stati tutti, i parrocchiani del popolare rione cittadino, più i fedeli di Scafa, dove il sacerdote era nato 62 anni fa. «Grazie alla sua sovrabbondanza di cuore», ha detto monsignor Forte, nel silenzio del grande tempio, «gli ha consentito in piena spontaneità di annunciare Cristo gratuitamente, senza volerne nulla in cambio in piena sintonia col dettato evangelico». Il prete della nostra parrocchia consumato da una grave malattia è mancato. Don Claudio è morto con la piena consapevolezza di andare incontro al Signore». A queste parole, molti scoppiavano sommessi i singhiozzi tra la gente che aveva conosciuto il sacerdote «nel corso di un'esperienza che dal punto di vista terreno potrebbe dirsi breve», sono sempre parole di Forte, «ma contraddistinta da una rara intensità». Dopo aver accompagnato il feretro all'uscita, il lungo corteo capeggiato dall'arcivescovo si è ritirato in sacrestia. Don Claudio, un servitore della Chiesa e uomo pieno di fedeltà. Addio don Claudio.Che la terra ti sia lieve.

13 settembre 2014

Chieti - Ancora vietato il Saluto Romano


Non sono ancora maturi i tempi per lasciarsi alle spalle la legge Scelba del 1952 che punisce la ricostituzione del partito fascista e chi in pubblico replica le manifestazioni esteriori della dittatura di Mussolini, come il saluto romano e l'urlo "presente". Lo afferma la Cassazione con riferimento all'attualità del rischio di "rigurgiti" antidemocratici il cui timore, data la loro "frequenza" anche nel resto d'Europa, sottolinea la Suprema Corte, è presente nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione del 2000 scritta a tutela dei "valori fondanti" della Ue. I supremi giudici, infatti, hanno confermato la condanna per due simpatizzanti di Casapound - che a un raduno neofascista avevano salutato a braccio teso urlando "presente" - rilevando che "nulla autorizza a ritenere che il decorso di ormai molti anni dall'entrata in vigore della Costituzione renda scarsamente attuale il rischio di ricostituzione di organismi politico-ideologici aventi comune patrimonio ideale con il disciolto partito fascista o altre formazioni politiche analoghe". "L'esigenza di tutela delle istituzioni democratiche non risulta, infatti, erosa dal decorso del tempo e frequenti risultano gli episodi ove sono riconoscibili rigurgiti di intolleranza ai valori dialettici della democrazia e al rispetto dei diritti delle minoranze etniche o religiose".

nonnoenio

12 settembre 2014

Chieti - La VOCE ha fatto rumore



Dopo 15 anni, il chiosco della benzina in largo Barbella, a Chieti, il cui titolare è l’ACI, è stato rimosso. Può darsi che il periodo estivo e feriale, ha fatto passare inosservato questa vicenda. Immediatamente le vetture hanno occupato questo spazio dove era  il  “monumento”, che non esiste più. Per la cronaca, era il mese di marzo, quando l’ACI rese noto che a giorni sarebbe stato rimosso il chiosco, occorreva solo l’autorizzazione da parte del SUAP - Sportello Unico delle Attività Produttive. Sono trascorsi 5 mesi…, dalla notizia, ma alla fine, meglio tardi che mai, alla faccia della burocrazia, il chiosco è stato rimosso. Nei 15 anni, diversi articoli sono stati scritti, ma probabilmente, l’articolo pubblicato sul giornale “ la Voce dei Marrucini” del mese di aprile… “ La Voce …” è stata ascoltata, ha fatto rumore…!

Il sindaco di Chieti Umberto di Primio, nella campagna elettorale a marzo del 2010, presentatosi come candidato a sindaco, aveva assicurato il suo interessamento, in caso di vittoria, nel suo programma degli impegni, per rimuovere i chioschi della benzina non usati più in città ed i serbatoi interrati. Invece, i serbatoi interrati di questo chiosco, come altri, non sono stati rimossi. A parole ci sono state rassicurazioni che certamente… i serbatoi sono stati posti in sicurezza, con lo svuotamento del liquido, l’aspirazione dei gas, la sabbiatura, il rivestimento, ma il controllo al terreno che copriva l’impianto, compreso il sottosuolo, è stato fatto? La risposta ci sarà?

 
Luciano Pellegrini  agnpell@libero.it

06 settembre 2014

Chieti - Giustizia è fatta


Era ora che anche il giudice del lavoro incominciasse a usare la testa nelle sentenze che dovrebbero risolvere le diatribe tra lavoratore e datore di lavoro respingendo il ricorso di un dipendente di una società di materiale edile dell’area di Chieti. Le sue assenze a “macchia di leopardo” e agganciate ai giorni di malattia giustificano un licenziamento legittimo. La Cassazione ha stabilito che le "assenze tattiche" possono far perdere il posto, anche se non si supera il numero di giornate consentite di allontanamento dal lavoro. Lo ha deciso la Cassazione, come riporta Repubblica.it, respingendo il ricorso di un dipendente di una società di materiale edile della provincia di Chieti che con le sue numerose assenze per malattia, a «macchia di leopardo» e agganciate ai giorni di riposo, aveva fornito «una prestazione non sufficiente e proficuamente utilizzabile dall'azienda». Per i giudici è legittimo il licenziamento del lavoratore assenteista anche se il numero di assenze non supera il periodo di “comporto”, cioè la somma dei giorni di malattia consentiti. Ora si aspetta che si applichi lo stesso metro di giudizio a quegli impiegati statali che compaiono ogni tanto sui vari servizi giornalistici in TV, che arrivano sul posto di lavoro, timbrano e poi escono per andare a prendere il caffè e sopratutto per quelli che timbrano, passando il badge anche per i colleghi in quel momento assenti. Allora potremo diremo  tutti alleluia!!!!!!!!!!!

nonnoenio

Chieti - Orecchiette con pancetta, wurstel,cipolla bianca, zucchina e rughetta



In questo piatto, c'è il verde della rughetta, il rosso della pancetta, wurstel e pomodoro, per completare i colori della bandiera italiana, manca il bianco, subito accontentati..., zucchina e cipolla.

INGREDIENTI X 4 persone

50 grammi pancetta
50 gammir wurstel
Una zucchina 100 grammi
Una cipolla 100 grammi
Pomodoro fresco o in bottiglia 300 grammi
Un mazzetto di rughetta 100 GR
olio 4 cucchiai
parmigiano
sale q.b.
350 gr di orecchiette
Tempo 30 min
Difficoltà facile

Preparazione

Scaldare la pancetta in un tegame antiaderente per sciogliere il grasso, aggiungere l'olio, i wurstel, la zucchina e la cipolla affettata. Far appassire, unire il pomodoro,il sale, coprire e far cuocere a fiamma bassa per circa 20 minuti.

Contemporaneamente sbollentare la rughetta in acqua calda ,dopo averla lavata.

Portare ad ebollizione una pentola di acqua, aggiungere il sale e le orecchiette.
Scolare le orecchiette al dente e metterle nel tegame contenente il condimento appena preparato, insieme alla rughetta, mescolare, farla cuocere lentamente e lasciarla insaporire.

Trasferite la pasta su un piatto di portata e cospargere con abbondante parmigiano... e se piace, il peperoncino piccante.

Accompagnare con vino Cerasuolo d'Abruzzo.

Scritto da: Luciano Pellegrini
Le foto sono al link: Piatto del giorno

03 settembre 2014

Chieti - VADO DI FOCINA RIFUGIO RICOTTA MONTE META


Domenica 31 Agosto, causa le previsioni meteo che prevedevano cattivo tempo e temporali, ho deciso di uscire ugualmente, ma scegliendo un percorso senza pericoli, nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. L'escursione inizia da Vado di Focina (1383 mt), proseguendo per il Malepasso (1515 mt) e per Monte Meta (1784 m). Il territorio interessato è compreso fra le province di Pescara e L'Aquila. Il Voltigno, con l'immensa piana, ha vari inghiottitoi di formazione carsica. Importante la fauna, i panorami e la flora che è molto rigogliosa. Mi ha stupito vedere il croco selvatico, con il colore dei petali viola, noto anche con il nome di zafferano maggiore o falso zafferano, per la somiglianza con il Crocus Sativus, dai cui filamenti vermigli, si ricava la nota spezia giallastra. Uno dei significati attribuiti al croco è quello della passione e dell'amore sensuale ma, questo fiore, svetta ed abbellisce il manto nevoso quando è sicuro che ormai non nevicherà più. Invece, ha un'altra fioritura, a fine estate. o ha percepito che in questi giorni nevicherà? Poi, una rarità, il mirtillo rosso.


Parcheggiata la vettura al Vado di Focina, il sentiero inizia immediatamente sulla destra, visibile, il primo tratto abbastanza ripido ma è breve. Il percorso è un continuo saliscendi in una bellissima e curata faggeta, purtroppo parzialmente segnato. Si giunge così ad un terrazzo, (1515m), il Malepasso, dove bisogna fermarsi e fotografare una delle più belle viste del Gran Sasso. Si vede il Monte Bolza, caratteristico con la sua cima a forma di cappello di alpino e un po' più lontano..., il Cefalone, il Gran Sasso con le tre vette(orientale - centrale - occidentale), quindi Vado di Corno dove inizia il sentiero del centenario con il Brancastello - le Torri di Casanova - l'Infornace - il Monte Prena - Vado di Ferrucio e dirimpetto al terrazzo, quasi da poterlo toccare, il Camicia. Sono vette che vanno dai 2500 ai 2900 metri. Poi, la piana di Campo Imperatore, il piccolo Tibet d'Abruzzo. La vista spazia all'infinito e dopo aver scattate tante foto, si prosegue il cammino verso il Rifugio Ricotta, (1517 m),che si affaccia sulla piana di Campo Imperatore.


Tornando indietro, ad un bivio a 1515m, si prende una carrareccia visibile a destra, che porta alla Vallestrina, dominata e protetta dal roccioso Monte Meta (1784m). Purtroppo, non c'è sentiero per raggiungere la vetta e la salita è ripida, rocciosa e faticosa. L'erba è molto alta ed i ginepri non ti fanno calpestare il terreno. Per agevolare questa situazione, è più facile superare qualche breve passaggio di 1 grado, su roccia stabile. Insomma si arriva alla sella (1700m). Ora c'è da fare l'ultimo ripido tratto, ma i tuoni mi hanno fatto riflettere. Sono solo e sicuramente la discesa alla piana del Voltigno non sarà semplice, specialmente se non segnata. Infatti, bisogna addentrarsi in un fitto bosco e si procede per intuizione. Non si intravvedono tracce, no ometti, né bandierine ma, all'improvviso., su un tronco di un faggio. vedo un nastro di  plastica che sventola.Con attenzione, su questa infida discesa, si vedono altri nastri che fanno raggiungere una radura. Da qui non ci sono più segnali. Lo sconosciuto che con tanto altruismo ha segnato il sentiero, avrà terminato il nastro?


Si seguita a scendere, camminando un po' a destra e un po' a sinistra ma la piana, ormai, si intravvede in mezzo ai rami. Si arriva ad un faggio dove c'è una freccia e una scritta . MTB.Giusto riposo dopo 4 ore di cammino ed inizia la pioggia. Sensazione unica, il rumore "schioppettante" sulle foglie e rami secchi, il profumo del terreno bagnato, un silenzio, una pace, quasi vien voglia di dormire. Però, c'è ancora un'ora di cammino per arrivare alla vettura. Si raggiunge il Lago Sfondo, dove si dissetano le vacche e le poche pecore, perché c'è sempre l'acqua, al contrario dei tanti inghiottitoi e laghetti carsici asciutti. La tradizione paesana fantastica che questo lago non abbia fondo. da ciò il suo nome. Proseguo su una carrareccia e ormai si vede l'uscita.Non è semplice raggiungere il Monte Meta, né da NORD, piana del Voltigno, per la fitta faggeta , né da SUD, da Campo Imperatore, perché ripido e roccioso. Anche se non segnato, dal Malepasso, OVEST, invece di scendere verso il Rifugio Ricotta, conviene guadagnare la cresta che si vede ad occhio, senza difficoltà. Poi, percorrendola tutta, è molto panoramica, con lo sguardo ai due versanti,sulla Vallestrina e sulla Piana del Voltigno,si arriva alla sella e quindi la vetta. Il ritorno per lo stesso itinerario.

Difficoltà: EE con brevi passaggi di 1 grado
Dislivello +/- 600 mt
Durata complessiva 6 ore
Segnavia: parzialmente segnato (bianco-rosso)

Scritto da: Luciano Pellegrini
Le foto sono al Link: MonteMeta