26 novembre 2014

Chieti - Canone Rai + bolletta luce, scatta di un anno


Canone Rai, è dietrofront: la riforma slitta di un anno. Dalle dichiarazioni mattutine del sottosegretario allo Sviluppo economico Antonello Giacomelli, che annuncia il canone Rai nella bolletta elettrica a partire «dal gennaio 2015», alla smentita serale di Palazzo Chigi, passa quasi un’intera giornata: ore e ore in cui le polemiche montano, trasformando l’ipotesi nel rischio di un pericoloso boomerang. Sono passate le 18 quando fonti vicine al governo mettono fine alla ridda di voci: «Appare improbabile che l’ipotesi possa maturare entro questa legge di stabilità, visti i tempi tecnici troppo stretti», tuttavia è «importante e strategica la riflessione in atto per ridurre e semplificare il canone Rai». Dunque, tutto rimandato: la materia potrebbe essere oggetto di un decreto ad hoc, forse all’inizio del prossimo anno. Non c’è neppure, del resto, il via libera dell’Autorithy per l’energia, che già in passato ha espresso forti dubbi: «Operazione impropria e “difficile”», anche perché l’iniziativa «aumenterebbe la bolletta del 20%» ha detto appena due giorni fa il presidente Guido Bortoni, spiegando peraltro di non avere ricevuto alcuna convocazione dal governo.

13 novembre 2014

Chieti - È morto il soldato Tomas Young


È morto a 34 anni Tomas Young, un soldato che ha dedicato gli ultimi anni della propria vita a spargere messaggi di pace, per la pace nel mondo. La sua storia ha commosso l'america: due giorni dopo l'11 settembre, convinto dalle parole alla nazione di George W. Bush, si arruola nell'esercito. Nel 2004 viene inviato in Iraq e pochi giorni dopo il suo arrivo, mentre è disarmato su un camion, subisce l'assalto da parte di un gruppo di ribelli. Una pallottola lo colpisce alla spina dorsale e Tomas resta paralizzato dal torace in giù. Torna a Kansas City e inizia la sua attività per la pace. La sua storia ha ispirato anche un film documentario, Body of War.


11 novembre 2014

Chieti - Traffico bloccato


Un altro mezzogiorno di fuoco! Ore 12 di Giovedì 6 novembre, Via Arniense a Chieti. Traffico bloccato, autisti spazientiti, clacson impazziti. Una vettura da città… si fa per dire… Un fuoristrada SUV PICK UP della Mitsubishi, lunga appena… 4 metri , parcheggiata in via Arniense, quasi all’altezza dell’ex pescheria, che ha bloccato il traffico. Alcuni cittadini hanno giustificato il proprietario che ha parcheggiato in quel modo, perché non ci ha fatto caso! Come si può pensare di usare un “quasi camion” e parcheggiarla nel centro storico di una piccola città, dove non ci sono parcheggi e con piccole strade a senso unico? Infatti, il centro storico si è bloccato, ma grazie ai vigili, il traffico è stato fatto deviare su Via Toppi. Non finisce qui… Ore 12.30… ci risiamo! Nuovamente il traffico si blocca allo stesso punto. Infatti, una vettura ha preso il posto del Suv, vettura più piccola, ma ugualmente ingombrante. Dopo circa un quarto d’ora arriva il proprietario, meravigliato! Sembrerebbe, come hanno detto i presenti, che era un ex componente della giunta provinciale…, un ex assessore, ma non c’è la sicurezza. Quindi… meglio farsi i fatti propri e cancellare il numero di targa! Un suggerimento al sindaco per risolvere definitivamente il ripetersi del traffico bloccato sempre in questo tratto di strada. Togliere il parcheggio, “già sento le mie orecchie fischiare”, ma è l’unica soluzione.

Scritto da: Luciano Pellegrini
Le foto sono al link: Traffico Bloccato

08 novembre 2014

Chieti - I DOLCI DEI MORTI

Il laboratorio “Dolci dei Morti” di Chieti, è una rievocazione che il Laboratorio Tradizioni d’Abruzzo “Lu Ramajette”, (è un mazzolino di fiori di campo che viene regalato ad una persona, alla quale si vuole particolarmente bene e proporgli di diventare “compare” oppure “commare”), in collaborazione con il CATA, Centro Antropologico Territorio Abruzzo per il Turismo, dell'Università d'Annunzio, guidato dal professor Francesco Stoppa, con la compagnia del Crocifisso, hanno proposto alle persone.Venerdì 31 ottobre,alle  ore 19, presso la sede de “Lu Ramajette”, a Chieti, si è svolto il Laboratorio che è stata anche una un'occasione per parlare di questa festa nella versione tradizionale e non consumistica di Halloween.Un’iscritta all’Associazione “Lu Ramajette”, ha iniziato la lezione per insegnare a fare i “Dolci dei Morti”, un cibo devozionale della festività di Ognissanti.Alcuni volontari hanno indossato la” parannanza”, (grembiule da cucina) e con il mattarello, hanno iniziato a preparare i “dolci dei morti”, poi infornati.Preparare questi dolci che contengono ingredienti semplici, come farina, uova, zucchero, mandorle, lievito è un’usanza diffusa in molte località della penisola.I dolci dei morti più popolari sono, le fave dei morti, le ossa dei morti e la pizza di magro.Le "fave dei morti", di forma ovoidale e schiacciata, cosparsi di zucchero a velo, hanno l'aspetto di un amaretto, ma presentano una consistenza maggiore.Le fave, come descrivono le tradizioni, sono un espediente per mettere in diretto contatto il mondo dei morti e quello dei vivi, sono considerate anche un rifugio delle anime dei morti.Ciò è spiegabile dal colore del fiore di questa pianta, bianco con macchie di nero, colore assai raro tra i vegetali.
Le "ossa di morto" sono biscotti di consistenza dura, realizzati sempre con gli stessi ingredienti. Hanno la forma allungata che assomiglia al dito di una persona.La "pizza di magro" realizzata con la farina lievitata e impastata con peperoni arrosto ed alici sotto sale.Mentre questi dolci dei morti cuocevano nel forno, il professor Francesco Stoppa ha fornito notizie su questa ricorrenza. Si racconta che le anime dei cari estinti si ripresentassero nelle loro case, alle prime ore del primo novembre, abbandonando temporaneamente l'oltretomba. Per offrire loro ristoro e per rendere omaggio durante queste visite, i parenti apparecchiavano la tavola dei morti con pasta all’uovo – coscia di pollo – zucca – vino e gassosa. E’ come se i defunti dovessero accomodarsi in compagnia dei loro parenti ancora in vita. Infatti, gli anziani, si svegliavano nelle prime ore della notte e consumavano questo cibo.Questa riflessione serve per recuperare gli usi e costumi.Un riferimento alla festa di Halloween, (tradotto significa la notte prima di Ognissanti), è doveroso. È una festività anglosassone ora diffusa in tutto il mondo. Questa festa si celebra la notte del 31 ottobre, ma ormai ha assunto un carattere consumistico, con un oscuramento progressivo dei significati originari. Caratteristica della festa è la simbologia legata al mondo della morte e dell’occulto. E’ tradizione scavare e intagliare le zucche e porvi poi una candela all'interno per utilizzarle come lanterne, così si ricordano le anime trattenute nel Purgatorio.In Abruzzo, la vigilia di Ognissanti, è legata alla tradizione della settimana di devozioni e riti collegati al culto dei morti. La zucca tradizionale, molto dura, (checocce priatorije), facile da intagliare, serve per realizzare il simbolo di questa festa.In questo giorno i bambini, vestiti con mantello, cappello e canini da vampiro, girano di casa in casa recitando la formula ricattatoria del…” dolcetto o scherzetto”?... chiedendo dolciumi o caramelle o qualche spicciolo.La parola "scherzetto”, in'inglese "trick", è una specie di minaccia al padrone di casa che potrebbe avere danni anche alla sua proprietà se non viene dato alcun dolcetto ("treat"). "Trick or treat" (dolcetto o scherzetto) in realtà significa anche "sacrificio o maledizione".Intanto, iniziate le prime “sfornature”, un profumo invade il locale e i presenti iniziano a mangiare le ossa e le fave. Per questi biscotti asciutti e duri, è obbligatorio bere un buon vino rosso Montepulciano.La pizza di magro, invece, verrà tagliata durante il percorso notturno del primo novembre, ”L’alme de le Murte”.Per tornare fra i vivi, i soci del “Lu Ramajette”, hanno offerto le linguine ai frutti di mare, ottima la cottura, conditi con sugo e pesce e guarniti con arte.La bontà di queste linguine è stato dimostrato dall’improvviso silenzio che si è instaurato appena abbiamo ricevuto i piatti e si notava con quanta cura e impegno si avvolgevano nella forchetta.Non potevano mancare le cantate, selezionate da un repertorio non facile, di coro polivocale.Nel coro polivocale domina una voce solista con tonalità molto alta. L’accompagnamento viene fatto dai presenti ed anche se non si conoscono le parole, ognuno entra come vuole, l’importante è produrre un unico accordo che se riesce, sembra un coro di professionisti.Erano canti che venivano eseguiti nella campagna, durante le varie raccolte e servivano anche come collegamento con gli altri gruppi di lavoratori.Purtroppo l‘assenza dei giovani è preoccupante. Fare i paragoni con altre nazioni, rattrista, quindi bisogna pensare come farli partecipare a queste tradizioni.

Scritto da: Luciano Pellegrini
Le foto le trovate al link: Dolci